Erica Boschiero
“Una delle voci più interessanti della canzone d’autore al femminile nel panorama italiano”. Erica Boschiero, cantautrice veneta, canta il respiro della terra, che è poi anche il nostro. Canta (e suona) con una delicatezza e una leggerezza che è di pochi, volando con le sue parole lungo aliti di vento, quelli che portano con sé le risposte che contano.
Vincitrice di numerosi premi nazionali per musica d’autore, ha tenuto concerti in tutta l’Europa, in Nepal e Kazakhstan. Ha suonato per Emergency, per Amnesty International, per la Marcia della Pace Perugia-Assisi di cui ha scritto l’inno nel 2018, per Legambiente, per il movimento “Se non ora quando”, per i “Fridays For Future” e in molte altre occasioni di rilevanza sociale. Ha in attivo quattro album.
Nel 2022 il suo ultimo album, RESPIRA, è nella cinquina dei migliori album in assoluto per il Premio Tenco:
L’arrivo del Covid-19 ha privato milioni di persone del loro respiro. La paura del contagio, di perdere il lavoro, delle crescenti tensioni sociali toglie il respiro. L’inquinamento delle nostre città toglie il respiro. L’acqua del Mare Mediterraneo, se il gommone in cui viaggi si rovescia e tu non sai nuotare, toglie il respiro. Il ginocchio di un poliziotto sul collo perché hai la pelle del colore sbagliato toglie il respiro. La mano di un marito violento se sei una donna che non vuole più essere una proprietà toglie il respiro.
Il respiro diventa la chiave di lettura di un’epoca che porta a galla tutte le nostre contraddizioni e le nostre tensioni più profonde. Siamo orfani di comunità, di senso, di rapporti con la Terra. I paradigmi del passato vacillano, creando lo spazio per nuove priorità, nuove sensibilità, nuove visioni del futuro.
Intrecciando storie di migranti che riposano sul fondo del mare o risplendono nei campi come rubini al sole, di donne abusate dalla stessa mano che incendia foreste e fa strage di animali, di alberi di montagna spezzati da venti eccezionali che nonostante tutto cantano all’uomo canzoni d’amore, Erica ci regala uno spaccato del presente, dalle cui crepe si intravede la luce di qualcosa di nuovo. Qualcosa a cui si approda solo attraversando il buio, imparando a restare fermi, riscoprendo l’atto del respirare e del prendersi cura, per poi muoversi in una direzione nuova, nella costruzione collettiva di un’ideale “città della gioia”. Un camminare che fa dell’amore e della cura il paradigma principe.
“Erica ha nascosto in questo disco temi importanti trattati con molta eleganza e grazia, collaborazioni interessanti e una eccellente resa musicale”.
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